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title: "Aberto Asor Rosa in Massimo Cacciari, Prva ocena"
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<!-- Quando, all'incirca un anno fa, questa rivista fu pensata e voluta, una
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precisa previsione di classe ne ispirava la genesi e le motivazioni.
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Certo, nessuno avrebbe potuto allora presagire nei particolari ciò che
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sarebbe accaduto in Europa e nel mondo nei mesi successivi:
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dall'esplosione della violenza studentesca alla Francia alla
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Cecoslovacchia. Tuttavia, qualcosa c'era che c'indusse a credere
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possibile e necessario un organo di riflessione teorica come questo. La
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catena di lotte operaie, che ininterrottamente avevano scosso l'Europa
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dal 1960 in poi, costringendo il capitale ad un affannoso inseguimento e
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a paurose convulsioni, -- mai un momento di stasi, mai un periodo di
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effettivo controllo ed equilibrio, -- rendeva facile e fondato il nostro
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convincimento che la situazione si sarebbe sviluppata in nuovi, più
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avanzati livelli di scontro e che la stessa maturazione delle forze
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politiche soggettivamente impegnate nella lotta avrebbe conosciuto un
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processo di rapida accelerazione. Il tentativo di dare un contributo di
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orientamento e di ripensamento a quanti fossero spinti dentro questo
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processo dai movimenti materiali della lotta di classe ha dato origine a
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*Contropiano*. Una certa dose di distacco, l'aspirazione a guardar
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lontano, il convincimento che anche la pausa di riflessione giova alla
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lotta, -- ma insieme il senso preciso delle situazioni reali in
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movimento, il desiderio di seguire da vicino il tracciato tortuoso e
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difficile dello scontro di classe, la volontà di battere la risposta
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capitalistica anche al livello della polemica più contingente ed
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immediata, -- tutto ciò costituiva fin dall'inizio il programma di
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*Contropiano*. -->
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> Ko je bila, pred približno enim letom, ta revija zamišljena in smo se za
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> njo odločili, je njen nastanek in nagibe navdahnila natančna razredna
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> napoved. Seveda nihče ni mogel natančno predvideti, kaj se bo v
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> naslednjih mesecih zgodilo v Evropi: izbruh študentskega nasilja od
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> Francije do Čehoslovaške. Vseeno pa nas je nekaj napeljevalo verjeti, da
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> je organ teoretske refleksije, kot je ta, mogoč in nujno potreben. Niz
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> delavskih bojev, ki so od leta 1960 neprestano pretresali Evropo in
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> silili kapital v besno gonjo in strahovite krče -- nikoli trenutka miru,
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> nikoli obdobja učinkovitega nadzora in ravnovesja -- je olajšala in
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> utemeljila naša prepričanja, da se bo situacija razvila v nove,
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> naprednejše ravni spopada in da se bo samo dozorevanje političnih sil,
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> ki so subjektivno vpete v boj, hitro pospešilo. Poskus, da bi tistim, ki
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> so jih v ta proces potisnila materialna gibanja razrednega boja,
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> prispevali orientacijo in premislek, je botroval nastanku *Contropiana*.
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> Določena mera distance, prizadevanja k daljnovidnosti, prepričanje, da
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> je tudi premor za refleksijo koristen za boj -- toda hkrati natančen
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> smisel za dejanske razmere v gibanju, želja natančno slediti zaviti in
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> težavni poti razrednega spopada, volja premagati kapitalistični odgovor
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> tudi na ravni najbolj nenujnih in neposrednih polemik --, vse to je od
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> začetka predstavljalo program *Contropiana*.
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<!-- Oggi l'accumulo enorme delle esperienze, la necessità di una critica
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radicale dei programmi, l'esigenza di uno sconvolgimento fecondo nelle
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situazioni organizzative finora dominanti, la volontà di saldare
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finalmente insieme lotta e teoria, soluzioni tattiche e quadro
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strategico, fanno di questi nostri propositi iniziali un punto di
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partenza, che noi consideriamo validissimo e già in parte verificato, ma
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che va precisato, approfondito ed allargato. Perciò ci sembra necessario
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fissare in questo momento lo "stato" delle questioni, che ci stanno
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davanti, per non saltare al di là di tappe necessarie, come tutti
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talvolta siamo tentati di fare, ma per non restare allo stesso tempo
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ancorati (o per non ritornare) a vecchie forme di discorso e di lotta,
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-- come taluni fanno. Non c'è dubbio, intanto, che la "dimensione",
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dentro la quale ci muoviamo, ha subito *ormai* un profondo cambiamento.
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Una crosta s'è rotta nella situazione politica della classe operaia
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dell'Europa occidentale. Francia e Cecoslovacchia, -- nella
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straordinaria diversità ed anzi contraddittorietà delle rispettive
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esperienze, -- concorrono però a formare il piano unitario, su cui si
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collocano le nuove proposte: rottura del sistema sovietico e massiccia
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ricomparsa della classe operaia europea sul fronte rivoluzionario sono
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fatti per l'appunto di diversa natura e diversamente valutabili, ma
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ambedue operanti infine all'allargamento e alla radicalizzazione sul
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piano internazionale dello scontro tra capitale e lavoro. Fuor da ogni
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precipitoso ottimismo, c'è da dire però che *un'epoca storica volge al
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termine ed un'altra, faticosamente e dolorosa mente, se ne apre*. Ciò
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che sta emergendo in questi ultimi mesi (ma sulla base di una lunga
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stratificazione di lotte, che già negli anni passati noi avevamo cercato
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d'individuare e di ricostruire teoricamente) è un nuovo livello politico
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dello scontro di classe, è una più ampia, profonda, oggettivamente
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verificabile possibilità di generalizzazione del potenziale
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rivoluzionario esistente. Il senso di questo mutamento ci trova
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preparati, ma nello stesso tempo ci esalta. Al nodo fondamentale di
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problemi che questo passaggio comporta noi pensiamo si debbano dedicare
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da questo momento in poi le forze di ciascuno di noi. Quella crosta
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infatti si è rotta, ma al di sotto di essa non troviamo l'ordine d'un
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sistema chiuso, di un'"istituzione" bell'e fatta e solo da raccogliere,
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per sostituirla a quelle esistenti. Troviamo una situazione di classe
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molteplice e contraddittoria, ribollente di possibilità e di forza, che
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aspetta d'essere conosciuta teoricamente e ricostruita
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organizzativamente, perché ne nasca ciò che essa già oggi sembra
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indicarci e proporci, -- il processo di costruzione dell'alternativa
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rivoluzionaria. *Perciò* rifiutiamo, consapevolmente rifiutiamo di
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bloccare il nostro discorso intorno ad un'ipotesi esclusiva.
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L'esplosione di classe si è manifestata a diversi livelli, ed ha
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investito diversi livelli. Le forme dell'esperienza sono, se non
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contraddittorie fra di loro, però estremamente complesse, e spesso il
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loro giusto uso politico è ancora subordinato ad un corretto processo di
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analisi, che è da fare. Proprio perché il compito strategico
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fondamentale consiste essenzialmente per noi nella capacità di far
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convergere *tutti* i livelli dell'esperienza di classe verso un *unico*
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punto di rottura, proprio per questo oggi ci sembra necessario non
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partire dal presupposto che tale convergenza sia già scontata e che il
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problema sia solo quello molto semplice di praticarla politicamente. Lo
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stesso discorso vale per le forze della sinistra operaia organizzata.
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Qui, fuori ma anche all'interno dei vecchi confini ufficiali del
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movimento operaio, è fenomeno innegabile e inarrestabile la crescita dei
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settori disponibili al corretto recupero di una prospettiva di classe.
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Senza dubbio non va sottovalutata l'altra faccia del fenomeno, -- quella
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che negativamente si manifesta con la difficoltà di dare un asse comune
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e un orientamento unitario a quanti troppo spesso, e dalle più diverse
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direzioni, presumono di avere per sé e da sé già scoperto la chiave
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della vicenda rivoluzionaria in Europa. La verità, -- verità che tutti
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dovremmo onestamente riconoscere, -- è che ancora oggi la situazione
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reale di classe è assai più avanzata di quanto le istituzioni del
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movimento operaio riescano ad esprimere (e con i partiti e i sindacati
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ci permettiamo di mettere in questo caso, per un senso di rispetto verso
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la situazione com'è, anche i gruppi minoritari). Come per un'esplosione,
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-- ma non certo senza fondati motivi, -- la contestazione
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anticapitalistica esprime prepotentemente da sé una serie infinita di
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forze soprattutto giovani e poi subito dopo le separa e le contrappone.
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In questo non c'è tanto, o non soltanto, l'espressione di una
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preesistente carenza d'indicazioni teoriche e politiche: c'è anche
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quella specifica, quasi spontanea (in realtà consapevolissima) forma di
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"rigetto", con cui il sistema riesce a difendersi, *dividendo i suoi
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avversari*. Ebbene, noi cerchiamo di muoverci in direzione esattamente
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contraria a questa. L'ipotesi, su cui si fonda *Contropiano*, è che la
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molteplicità di forze anticapitalistiche e rivoluzionarie (forze
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direttamente di classe, innanzi tutto), oggi disperse, possano essere
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avvicinate e indirizzate verso un *blocco* futuro su basi *comuni*, che
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probabilmente non potrà coincidere con nessuno degli organismi oggi
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esistenti, così come sono, pur non potendo ignorare, nel suo sviluppo
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teorico e nel suo pratico farsi, né le realtà della classe in movimento
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né le realtà organizzative già date. Quest'intento (od ipotesi) non
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deriva del resto da un calcolo astratto delle forze oggi in campo e
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neanche da un improbabile tentativo di metterle semplicemente in
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equilibrio fra loro. La stessa complessità della situazione di classe
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dovrebbe secondo noi aiutare ad uscire chiunque da una visione
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eccessivamente unilaterale del lavoro teorico e politico in questo
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momento. Guardando nei movimenti della classe, non in noi stessi o nella
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nostra innata predisposizione a far gruppo, possiamo individuare linee
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di comportamento valide; e in questo momento è la spinta di classe a
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suggerirci che non può esservi iniziativa che funzioni senza una
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basilare preoccupazione di *unità*, senza lo sforzo di dare persino alla
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ricerca teorica un compito di avvicinamento, di omogeneizzazione e di
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fusione. -->
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> Ogromna kopica izkušenj, nujnost radikalne kritike programov, potreba po
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> plodnem preobratu organizacijskih razmer, ki so prevladovale doslej,
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> želja, da bi končno združili boj in teorijo, taktične rešitve in
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> strateški okvir so danes izhodišča našim začetnim predlogom, ki jih
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> smatramo za ustrezne in delno že preverjene, vendar jih je treba še
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> natančneje določiti, poglobiti in razširiti. Zato se nam v tem trenutku
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> zdi nujno določiti "stanje" vprašanj, ki so pred nami, ne da bi
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> preskočili nujno potrebnih korakov, kot nas včasih zamika, a da hkrati
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> ne bi ostali zasidrani (ali se k njim vrnili) v starih oblikah razprav
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> in boja -- kot to nekateri počnejo. Obenem ni dvoma, da se je
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> "dimenzija" znotraj katere se *sedaj* gibljemo, temeljito spremenila.
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> Skorja politične situacije delavskega razreda zahodne Evrope je počila.
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> Francija in Čehoslovaška -- v izredni raznolikosti in celo
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> protislovnosti njunih izkušenj -- tekmujeta v oblikovanju enotnega plana
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> znotraj katerega se umeščajo novi predlogi: zlom sovjetskega sistema in
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> množični ponovni pojav evropskega delavskega razreda na revolucionarni
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> fronti sta dejstvi vsekakor različne narave, ki jih je mogoče različno
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> vrednotiti, vendar oba na koncu delujeta na razširitev in radikalizacijo
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> spopada med kapitalom in delom na mednarodni ravni. Brez kakršnega koli
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> prenagljenega optimizma je treba povedati, da *se eno zgodovinsko
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> obdobje izteka, drugo pa se naporno in boleče odpira*. To, kar se je
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> pojavilo v zadnjih mesecih (vendar na podlagi dolge stratifikacije
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> bojev, ki smo jo že v minulih letih poskušali opredeliti in teoretsko
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> rekonstruirati), je nova politična raven razrednega spopada, je širša,
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> globlja in objektivno preverljiva možnost posplošitve obstoječega
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> revolucionarnega potenciala. Pred občutkom te spremembe smo se znašli
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> pripravljeni, toda istočasno nas povzdiguje. Od tega trenutka dalje mora
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> vsak od nas posvetiti vse svoje sile temeljnemu vozlišču problemov, ki
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> ga ta prehod prinaša. Skorja dejansko je počila, vendar pod njo ne
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> najdemo reda zaprtega sistema, predpripravljene "institucije", ki jo je
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> potrebno zgolj prevzeti, da bi nadomestila te obstoječe. Najdemo
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> večplastno in protislovno razredno situacijo, ki prekipeva od možnosti
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> in sile, ki čaka, da jo teoretično spoznamo in organizacijsko
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> rekonstruiramo, da bi nastalo to, kar se zdi, da se že danes nakazuje in
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> predlaga -- proces konstrukcije revolucionarne alternative. *Zato*
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> zavračamo, zavestno zavračamo, našo razpravo zavreti znotraj ene
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> izključne hipoteze. Razredna eksplozija se je pojavila na različnih
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> ravneh in zadeva različne ravni. Oblike izkustva so, če že ne
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> protislovne med sabo, pa skrajno kompleksne, in pogosto je njihovo
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> pravilna politična raba še vedno podrejena pravilnemu analitičnemu
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> procesu, ki ga je potrebno opraviti. Prav zato, ker je temeljna
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> strateška naloga za nas v bistvu v tem, da smo sposobni *vse* ravni
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> razredne izkušnje zbližati k *eni* točki zloma, se nam danes zdi nujno,
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> da ne izhajamo iz predpostavke, da je to zbliževanje že samoumevno in da
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> je težava zgolj v tem, da ga politično prakticiramo. Enako velja za sile
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> organizirane delavske levice. Pri tem je, zunaj in tudi znotraj starih
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> uradnih meja delavskega gibanja, porast sektorjev, ki so naklonjeni
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> pravilni obnovi razredne perspektive, neizpodbiten in neustavljiv pojav.
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> Nedvomno ne smemo podcenjevati druge plati tega pojava -- ta, ki se
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> negativno kaže v tem, da stežka določimo skupno os in enotno usmeritev
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> tistih, ki prepogosto in iz najrazličnejših smeri domnevajo, da so že
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> sami odkrili ključ revolucionarne zgodbe v Evropi. Resnica -- resnica,
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> ki bi jo vsi morali odkrito priznati -- je, da je že danes dejanske
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> razredna situacija precej bolj napredna kot jo institucije delavskega
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> gibanja uspejo izraziti (in k strankam in sindikatom si v tem primeru,
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> iz spoštovanja do situacije kot je ta, dovolimo vključiti tudi
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> manjšinske skupine). Kot pri eksploziji, tudi antikapitalistični protest
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> iz sebe pretirano izrazi neskončen niz predvsem mladih sil in jih nato
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> takoj loči ter zoperstavi med sabo. Pri tem ne gre toliko, ali ne gre
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> zgolj, za izraz predobstoječega pomanjkanja teoretskih in političnih
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> indikacij: gre tudi za tisto specifično, skoraj spontano (v resnici zelo
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> zavestno) obliko "zavračanja" s katero se sistem uspe ubraniti z
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> razdvajanjem svojih nasprotnikov. No, poskušamo se gibati v ravno
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> nasprotno smer od te. Hipoteza, na kateri temelji *Contropiano*, je, da
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> je mnogotere antikapitalistične in revolucionarne sile (neposredno
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> razredne sile, predvsem), ki so danes razpršene, zbližati in usmeriti v
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> prihodnji *blok* na *skupnih* osnovah, ki verjetno ne bo mogel sovpadati
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> z nobenim od obstoječih organizmov, kakršni so danes, pri čemer ne mogel
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> zanemariti, v svojem teoretskem in praktičnem razvoju, niti realnosti
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> razreda v gibanju niti že dane organizacijske realnosti. Ta namera (ali
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> hipoteza) ne izhaja iz abstraktnega izračuna sil, ki so danes v igri,
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> niti iz nezanesljivega poskusa, da bi jih preprosto enačili med seboj.
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> Sama kompleksnost razredne situacije bi morala po našem mnenju vsakomur
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> pomagati, da se izogne preveč enostranskem pogledu na teoretsko in
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> politično delo v tem trenutku. S pogledom v razredna gibanja, ne v nas
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> same ali v našo prirojeno nagnjenost k grupiranju, lahko prepoznamo
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> veljavne usmeritve vedenja; in v tem trenutku nam razredni nagon nalaga,
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> da ne more biti nobene pobude, ki bi delovala brez osnovne skrbi za
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> *enotnost*, brez prizadevanja celo teoretskim raziskavam naložiti nalogo
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> združevanja, homogenizacije in zlitja.
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<!-- Tutto ciò, del resto, -- questo modo di procedere, intendiamo dire, --
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non dovrebbe stupire. Dal quadro brevemente tracciato non esce infatti
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niente di più che la riconferma di un punto fondamentale del nostro
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programma teorico. Il cammino che noi seguiamo e intendiamo ancora
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seguire è quello che va dalla comprensione e valutazione dei movimenti
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di classe alla comprensione e valutazione della società capitalistica
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nel suo complesso. Questo è ciò che chiamiamo "scienza operaia". Ad onta
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degli strilli d'indignazione, che ci hanno dedicato i recensori borghesi
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e quelli comunisti ufficiali, -- i quali evidentemente almeno in questo
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concordano, nel ritenere che esista una disposizione neutrale alla
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conoscenza, di cui le parti avverse possono ciascuna per suo conto far
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l'uso che vogliono, -- noi continueremo a pensare che il punto di vista
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della classe operaia sulla società capitalistica comporti già in sé,
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ogni qual volta viene formulato correttamente, un chiaro, totalmente
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demistificato processo di descrizione dell'oggetto da conoscere e
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un'altrettanto chiara indicazione a trasformare quella conoscenza in
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azione, -- in *rovesciamento* della realtà esistente, in *prassi di
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organizzazione rivoluzionaria*. Che non si può conoscere, dunque, senza
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pensare la conoscenza per l'azione; e che la conoscenza per l'azione non
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può riproporsi come strumento d'individuazione corretta dell'oggetto,
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senza mettersi dal punto di vista della classe *totalmente alienata*, --
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la classe operaia. Di tutto ciò ovviamente non c'è stata data delega da
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nessuno, per il semplice motivo che in questo campo meno che in ogni
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altro vale il principio della delega. La delega, se di delega appunto si
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può parlare, ce la siamo presi da soli mettendoci *in* un campo *contro*
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l'altro. Se c'è un termine, con cui potremmo definire questo
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atteggiamento, esso è: responsabilità. Responsabilità di militanti e di
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ricercatori verso la classe, che abbiamo scelto come la nostra, *e che
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dunque è la nostra*. -->
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> Vse to, konec koncev, -- ta način ravnanja, želimo reči -- ne bi smelo
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> presenečati. Iz tega kratko orisanega okvirja pravzaprav ne izhaja nič
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> drugega kot ponovna potrditev temeljne točke našega teoretskega
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> programa. Pot, ki ji sledimo in ji nameravamo še vedno slediti je ta, ki
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> vodi od razumevanja in vrednotenja razrednih gibanj k razumevanju in
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> vrednotenju kapitalistične družbe v svoji celoti. To je čemur pravimo
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> "delavska znanost". Kljub ogorčenim vzklikom, ki jih namenjajo buržoazni
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> in uradni komunistični recenzenti -- ki se očitno strinjajo vsaj v tem,
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> da obstaja neka nevtralna dovzetnost do spoznanja, ki jo lahko nasprotni
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> strani uporabljata po lastni presoji, kakor želita --, bomo še naprej
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> menili, da stališče delavskega razreda do kapitalistične družbe že samo
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> po sebi nosi jasen, popolnoma demistificiran proces opisa predmeta
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> spoznanja in prav tako jasno nakazuje na preoblikovanje tega spoznanja v
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|
> dejanje -- s *prevratom* obstoječe realnosti, s *prakso revolucionarne
|
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> organizacije*. Da torej ni mogoče vedeti, brez da bi mislili na znanje
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> za delovanje; in da se znanje za delovanje ne more ponuditi kot
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> instrument pravilne opredelitve predmeta, ne da bi se postavilo na
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> stališče *popolnoma odtujenega* razreda -- delavskega razreda. Povsem
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> očitno je, da nas za to nihče ni pooblastil, in sicer iz preprostega
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> razloga, ker na tem polju princip pooblaščanja velja manj kot na katerem
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> koli drugem. Pooblastilo, če o pooblastilu sploh lahko govorimo, smo
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> prevzeli mi sami in se postavili *v* en tabor *proti* drugemu. Če
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> obstaja izraz s katerim lahko opredelimo to držo, je to: odgovornost.
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> Odgovornost militantov in raziskovalcev do razreda, ki smo ga izbrali za
|
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> našega *in ki zato je naš*.
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<!-- È persino ovvio che, pur partendo da queste salde premesse, da esse non
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scaturisca né una totale omogeneità dei contributi presentati né una
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meccanica applicazione dell'impostazione teorica né un'automatica
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corrispondenza dei risultati alle intenzioni. Tutto ciò non può esserci,
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e forse è bene, è opportuno che non ci sia. Ci richiamiamo al senso di
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alcune nostre frasi precedenti. Di fronte a noi sì apre un campo immenso
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di possibilità pratiche e teoriche, d'iniziative politiche, di lotte e
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di valutazioni delle lotte. Anche per noi si pone il problema, che è di
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tutti, di tenere il passo con la realtà in rapido movimento. Noi
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abbiamo, com'è noto, un'enorme fiducia nella nostra fedeltà ad un
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metodo, che affonda direttamente le sue radici nelle lezione marxiana.
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Ma, come pochi altri, -- ed anche questo è ben noto, ed anche questo ci
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viene rimproverato come l'altro ed opposto difetto, -- abbiamo sempre
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curato che la riflessione costantemente anticipasse l'esperienza, sempre
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tenendo l'occhio e *da lontano* al continuo manifestarsi del nuovo:
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forse persino colpevoli qualche volta di aver spiccato il salto troppo
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al di la della situazione presente (ma non senza poi aver ricevute
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qualche confortante conferma della validità delle nostre ipotesi). Oggi
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ci sembra che il compito nostro si esprima nella capacità di raccogliere
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il maggior numero possibile d'indicazioni e d'ipotesi serie,
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correttamente fondate, senza preoccuparci tanto della loro presente
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contraddittorietà (laddove questa si manifesti), quanto della loro
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convergenza futura. È, ripetiamo, la stessa mossa situazione di classe a
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livello europeo a suggerirci questo atteggiamento. All'interno di quelle
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coordinate teoriche, che abbiamo indicato e cui non sapremmo certo
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rinunciare, si apre un campo *problematico* di ricerche, nel quale il
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confronto e la relativa discordanza dei risultati non sono da
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respingere, bensì da favorire e da ricercare come l'espressione di una
|
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realtà politica e di classe in continua trasformazione, ricca di
|
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possibilità diverse, *tutte da scoprire*. Sarà un'impresa difficile, lo
|
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riconosciamo, ma l'unica da tentare, perché in nessun modo possiamo
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accettare che *Contropiano* torni ad essere la "rivista di gruppo" di
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tipo tradizionale, i cui esiti appaiono scontati in partenza. Chi crede
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di poter ridurre oggi, soprattutto al livello della ricerca
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teorico-politica, l'intera iniziativa e l'intero discorso entro gli
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schemi ristretti di una soluzione precostituita, commette un errore già
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commesso. Il problema se mai, -- e non ce ne nascondiamo gli ostacoli,
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-- è quello di far quadrare l'irrinunciabile rigore dell'impostazione
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teorica con la ricchezza e la varietà dei contributi presentati. Ma è,
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per l'appunto, un problema di tipo tecnico-politico, che va
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immediatamente ricollegato a quello sui contenuti e i temi della
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rivista. -->
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> Povsem očitno je, da, čeprav izhajamo iz trdnih izhodišč, iz njih ne
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> sledi niti popolna homogenost predstavljenih prispevkov, niti mehanska
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> uporaba teoretskega pristopa, niti avtomatsko ujemanje med rezultati in
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> nameni. Vsega tega ne more biti in morda je dobro in pravilno, da ne.
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> Prikličimo pomene nekaterih naših prejšnjih stavkov. Pred nami se odpira
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> ogromno polje praktičnih in teoretskih možnosti, političnih pobud, bojev
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> in vrednotenj bojev. Tudi mi imamo težavo, ki jo imajo vsi, biti v
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> koraku s hitro premikajočo realnostjo. Znano je, da smo prepričani v
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> našo zvestobo metodi, ki izhaja neposredno iz marksovskega nauka. Toda,
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> kot malokdo drugi, -- tudi to je dobro znano in tudi to se očita kot
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> druga in nasprotna napaka -- smo vedno skrbeli, da je refleksija nenehno
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> predvidela izkušnjo, vedno smo *z razdalje* opazovali nenehno
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> pojavljanje novega: morda smo včasih bili celo krivi, da smo naredili
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> prevelik skok onkraj sedanje situacije (vendar ne brez, da ne bi po tem
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> prejeli kakšne tolažilne potrditve o veljavnosti naših hipotez). Danes
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> se zdi, da se naša naloga izraža v sposobnosti zbrati čim večje število
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> resnih, pravilno utemeljenih indikacij in hipotez, ne da bi se toliko
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> obremenjevali z njihovo sedanjo protislovnostjo (kjer se pojavlja), kot
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> ne z njihovim prihodnjim zbliževanjem. Ponavljamo, da tako držo narekuje
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> sam premik v razredni situaciji na evropski ravni. Znotraj teh
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> teoretskih koordinat, ki smo jih nakazali in ki se jim ne bi znali jasno
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> odreči, se odpira *problematično* raziskovalno polje, na katerem
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> soočenje in relativno nesoglasje rezultatov ni treba zavračati, prej
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> favorizirati in raziskovati kot izraz politične in razredne realnosti v
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> nenehnem preoblikovanju, bogate z različnimi možnostmi, ki jih je *vse
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> treba odkriti*. Zavedamo se, da bo to težak podvig, toda edini za
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> poskusiti, saj nikakor ne moremo sprejeti, da bi *Contropiano* obrnili k
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> tradicionalnem tipu "skupinske revije" v kateri se rezultati zdijo že z
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> začetka predvidljivi. Kdor verjame, da lahko danes, zlasti na ravni
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> teoretsko-političnih raziskav, vso pobudo in vso razpravo omeji znotraj
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> ozkih shem predpripravljenih rešitev, dela že storjeno napako. Problem,
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> če sploh -- in ne slepimo se pred ovirami --, je uskladiti nepogrešljivo
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> strogost teoretskega pristopa z bogastvom in raznolikostjo
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> predstavljenih prispevkov. Vendar gre pravzaprav za tehnično-politični
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> problem, ki ga je treba neposredno ponovno povezati s tem v vsebinah in
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> temah revije.
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<!-- Due parole, anche se ai nostri occhi perfino ovvie, diventano dunque
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necessarie per comprendere il tipo d'impostazione tematica scelto per
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*Contropiano*. La nostra rivista affronta infatti un arco vastissimo
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d'interessi, come risulta evidente dal suo primo numero. Ciò avviene
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perché noi pensiamo che la risposta del punto di vista operaio debba
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rivelarsi efficace di fronte a qualunque livello delle "istituzioni"
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capitalistiche. Naturalmente è ben chiaro che in questo settore la
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rivista non può dare indicazioni positive, ma soltanto incentivi al
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rifiuto e alla negazione. Non intendiamo insomma ricostruire una
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sistematica cultura di classe operaia, -- operazione in cui non
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crediamo, e che ci sembrerebbe comunque offensiva, qualora la
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tentassimo, per la maturità politica e pratica della classe operaia in
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questione, -- bensì distruggere sistematicamente e fin dalle più lontane
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fondamenta (spesso, in verità, più significative e probanti dei suoi
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epigonici rappresentanti presenti) *la cultura di classe dell'avversario
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borghese*, che ci appare ancora tutt'altro che sconfitta ed inefficiente
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(soprattutto se l'intendiamo, come noi l'intendiamo, in quanto "sistema"
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di dominio intellettuale e di coercizione ideologica di una classe
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sull'altra). -->
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> Par besed, četudi so nam očitne, je torej potrebnih za razumevanje
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> tipa tematskega pristopa, ki je bil izbran za *Contropiano*. Naša revija
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> dejansko naslavlja zelo širok razpon interesov, kar je razvidno že iz
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> njene prve številke. To je zato, ker menimo, da se mora odziv delavskega
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> stališča izkazati za učinkovitega ob soočenju na katerikoli ravni
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> kapitalističnih "institucij". Seveda je povsem jasno, da na tem področju
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> revija ne more dajati pozitivnih napotkov, temveč samo spodbude za
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> zavračanje in negacijo. Skratka, ne nameravamo rekonstruirati
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> sistematične kulture delavskega razreda -- operacija v katero ne
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> verjamemo in ki bi politični in praktični zrelosti zadevnega delavskega
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> razreda vsekakor bila žaljiva, če bi jo poskusili --, prej sistematično
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> in do najglobljih temeljev (v resnici pogosto pomembnejši kot bolj
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> dokazni kot današnji epigonski predstavniki) uničiti *razredno kulturo
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> buržoaznega nasprotnika*, ki se še vedno zdi vse prej kot poražena in
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> neučinkovita (še posebej, če jo razumemo kot "sistem" intelektualnega
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> gospostva in ideološke prisile enega razreda nad drugim).
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<!-- C'è da chiedersi ora cosa va conservato e cosa mutato in questa
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impostazione. Anche in questo caso va conservato secondo noi lo spirito
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di fondo della scelta e precisato il modulo della sua applicazione. Non
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solo nel senso abbastanza ovvio e scontato (anche se di certo non
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facilmente realizzabile) di assicurare un più giusto equilibrio tra le
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parti o, se si vuole, una più corretta "gerarchia" tra gli interessi,
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che *Contropiano* affronta e mette in gioco. Ma soprattutto nel senso di
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riuscire a "rivelare" dall'interno la funzionalità di questa parte del
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discorso ai fini della formazione di un corretto punto di vista operaio
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sulla società capitalistica del suo complesso, -- *sulla società
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capitalistica come sistema di potere globalmente considerato* (economia,
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politica, ma anche organizzazione del consenso, controllo ideologico,
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mitologia culturale, ecc.). Chi abbia seguito con attenzione il revival
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ideologico, su cui s'è fondata buona parte della fortuna della sinistra
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non operaia negli ultimi anni, non può non comprendere l'effetto
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demistificante e chiarificatore, che questa parte del discorso è
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destinata ad avere; proprio per chi si proponga poi di sviluppare una
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corretta impostazione teorica e politica di classe. Si tratta in molti
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casi di non molto di più che d'un compito di pulizia e di risanamento
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(qualche volta, soltanto di sgombero delle fogne). Utile, però, se lo si
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considera nella prospettiva *di ciò a cui serve*. -->
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> Zdaj se postavlja vprašanje, kaj je pri tem pristopu treba ohraniti in
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> kaj spremeniti. Tudi v tem primeru menimo, da je treba ohraniti osnovni
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> duh odločitve in natančno določiti obliko njene uporabe. Ne samo v
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> precej očitnem in vidnem smislu zagotavljanja ravnovesja med deležniki
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> ali, če želite, pravilnejše "hierarhije" interesov, ki jih naslavlja in
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> uvaja *Contropiano*. Ampak predvsem v smislu iz znotraj "razkriti"
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> funkcionalnost tega dela razprave za formacijo pravilnega delavskega
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> stališča do kapitalistične družbe v njeni celoti -- *do kapitalistične
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> družbe kot globalno upoštevanega sistema moči* (ekonomija, politika,
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> ampak tudi organizacija konsenza, ideološki nadzor, kulturna mitologija
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> itd.). Kdor je pozorno spremljal ideološki revival na katerem temelji
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> dobršen del bogastva nedelavske levice, ne more ne razumeti
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> demistifikacijskega in pojasnjevalnega učinka, ki ga ta del razprave
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> zasleduje; prav za tiste, ki nato predlagajo razviti pravilen teoretski
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> in politični razredni pristop. V mnogih primerih ne gre za nič več kot
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> čiščenje in saniranje (včasih samo za čiščenje kanalizacije). Vendar je
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> uporaben, če ga upoštevamo iz vidika *čemur služi*.
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<!-- Una cosa è certa, comunque: *la rivista va fatta marciare verso una
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sempre più corretta e predominante impostazione storico-politica e
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teorico-politica*. Dagli impegni di lavoro avremo dunque, quando siano
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stati realizzati, una risposta più precisa a quanto in questo bilancio
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per ora è solo ripensato, abbozzato e infine riproposto all'attenzione
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dei lettori. Non abbiamo intanto difficoltà a riconoscere che questo
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secondo numero è, quanto alla tematica affrontata, solo lievemente
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modificato rispetto al primo. Il terzo rappresenterà invece una svolta
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nella direzione sopra indicata, e quella svolta la considereremo come
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definitiva per i compiti e i caratteri, che vogliamo attribuire a
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*Contropiano*. -->
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> Ena stvar pa vsekakor je gotova: *revijo je treba napotiti k vedno
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> pravilnejši in bolj prevladujočem zgodovinsko-političnem in
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> teoretsko-političnem pristopu*. Na podlagi delovnih obveznosti, ko bodo
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> realizirane, bomo torej imeli bolj natančen odgovor na to kar je v tej
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> oceni za zdaj zgolj premišljeno, skicirano in na koncu ponovno
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> predlagano v obravnavo našim bralcem. Medtem pa nimamo težav prepoznati,
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> da se ta, druga številka, glede na naslovljeno tematiko, le rahlo
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> razlikuje od prve. Tretja pa bo nasprotno predstavljala obrat v zgoraj
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> navedeno smer in ta obrat smatramo kot dokončen za naloge in značaj, ki
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> jih želimo pripisati *Contropianu*.
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